Buon mercoledì!
Sopravvissuta ai primi due giorni della settimana, per me sempre massacranti, eccomi qua a raccontarti com’è andata la serata da Pint of View, in Borgo Tegolaio.
Se non lo conosci ancora, si tratta di un bar e ristorante, idea di due imprenditori fiorentini provenienti dall’esperienza nel mondo della birra artigianale di Archea Brewery, primo pub e birrificio artigianale di Firenze, e da quella di Rasputin, primo secret bar della città.
Dal desiderio di creare un locale dove poter bere birra di qualità, sia in termini di prodotto che di modalità di conservazione e servizio, nasce quella di abbinarvi piatti fusion di ispirazione coreana, sotto la direzione della chef di Seoul Yejin Ha.
La proposta è stata poi arricchita da drink in grado di esaltare i sapori della cucina, in un gioco di costanti contaminazioni.
Io c’ero stata l’anno scorso e ne avevo parlato qui.
Lunedì sera ho avuto modo di approfondire e aggiornare la mia conoscenza del locale.
Intanto una nota di merito per il servizio, giovane e preparato praticamente su tutto quello che esce dal bar e dalla cucina.
La seconda nota di merito è per gli abbinamenti.
Abbiamo cominciato con una prima, riuscitissima uscita tra Mini taco alla lingua e salsa verde, abbinato a Un pomodoro a Seul, una variante del Bloody Mary, con vodka Moskovskaya, succo di pomodoro, salsa di soia, aceto di riso, succo di limone, Pint honey mix, Gochujang.
La seconda uscita è stata tra un’Ostrica fritta con salsa tonnata, jagangjj di sedano e bugak e la birra Che belle gose di Birrificio Civale, forse la più sorprendente di tutte per presentazione e gusto (dispiaceva mangiarla per quanto era bella!).
Alla Japchae, pasta di amido di patate dolce, cipolla, carote, spinaci, funghi shiitake, salsa di soia e olio di sesamo, è scattato il fidanzamento con la birra Ghisa, smoked stout del Birrificio Lambrate (stile di birra che preferisco in assoluto per pasteggiare).
A proposito, lo sai che è complicatissimo mangiare con le bacchette (d’acciaio) coreane?
Successivamente abbiamo assaggiato il Tris di Mandu, ravioli coreani alle zucchine, al lampredotto (il mio preferito!) e al Peposo, abbinato a Garanzia, kellerbier del Birrificio Elvo, e il Bulgogi di manzo con Ssam e Ssamjang, scanello di manzo marinato con pera e salsa di soia, servito con Kimchi bianco con Wallonie, una sorta di cavolo fermentato, un po’ hard per i miei gusti, e abbinato alla birra Falesia, doppel bock di Birrificio Lariano.
Come dolce è stato servito un Cannolo, con pate à bombe allo yuza e su purea di frutta, accompagnato dall’ultimo drink della serata.
Io ho scelto Stop making everyone happy, you are not tequila, divertita dal nome ovviamente, con Tequila Espolon, Sanchez Mezcal, lime, basilico, Ancho Reyes, sciroppo di prugne coreano.
Nel complesso la proposta del Pint of View mi è piaciuta moltissimo: in particolare ho trovato migliorata, rispetto alla mia prima visita, quella della cucina, più coerente e stimolante.
E per me che non sono un’amante e una profonda conoscitrice della birra, è piaciuto tanto anche l’abbinamento con le birre.
Adoro i locali dal sapore internazionale, quelli in cui puoi fermarti a bere e, se hai fame, rimanere a mangiare, pasteggiando con drink ricercati, e spero che in una città come Firenze arrivino presto a prendere piede come nel resto del mondo.
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