Buon lunedì!
Com’è andato il weekend?
Il mio è stato abbastanza movimentato, al punto che sono finita pure a cena in un ristorante stellato.
Ma ti avverto: questo sarà un post a tratti sgradevole, di una non critica enogastronomica e soprattutto di una blogger senza filtri, che però qualche ristorante stellato ha provato (a quasi 35 anni suonati non so più cosa sia la diplomazia!).
Il ristorante è L’Imbuto, all’interno del Lucca Center of Contemporary Art, nel centro di Lucca.
Lo chef in questione è Cristiano Tomei, noto per aver partecipato a trasmissioni televisive come La Prova del cuoco, I re della griglia e Cuochi d’Italia.
Il menu è un non menu: prevede delle “tappe” (5, 7 e 9, a scelta), sempre diverse, a seconda delle scelte dello chef.
Da bere puoi scegliere una bottiglia di vino, oppure l’abbinamento dei vini alle tappe.
E così ho fatto.
Diciamo che il primo impatto non è stato dei migliori e, per onestà, ti avverto che normalmente influenza tutto il resto della serata: la responsabile di sala (credo) ci ha detto in modo piuttosto brusco che il tavolo che avevamo prenotato non era adatto (forse pensando che avessimo bisogno di un seggiolone), che doveva controllare e che il passeggino andava assolutamente chiuso e posizionato vicino al guardaroba (e se il duenne avesse avuto sonno?).
Di fronte ai miei occhi al cielo e il mio tono non poco scocciato (eh lo so, non ho filtri, e a maleducazione rispondo con maleducazione!), ci ha fatto accomodare e, fortunatamente, durante la cena siamo stati serviti da altre persone.
In ogni caso non mi sono sentita per niente a mio agio e accolta con peste al seguito.
E credo che nel 2018 pure gli stellati dovrebbero rendersi conto che anche le famiglie possono aver voglia di concedersi una cena di lusso e, soprattutto, hanno la possibilità di spendere.
A favore loro, però, posso dire che è stata fatta uscire subito una pasta al pomodoro, che non ci è stata neppure messa nel conto.
Si mangia nell’androne e nelle sale del museo, circondati dalle opere in mostra.
Noi abbiamo scelto 5 tappe.
Alcuni tra i piatti che ci sono stati serviti: Pomodoro marinato servito nel cartone della pizza dal nome “Marinara“, Ombrina marinata in sale e zucchero e cotta alla brace, servita su salsa di rafano e cavolo viola, Ravioli ripieni di olio d’oliva, serviti con seppie e polvere di cavolo nero, Bistecca primitiva, da mangiare con le mani, e servita su corteccia di pino marittimo, Ostrica su biscotto al burro salato e gelatina di limone, Cremoso agli aghi di pino.
Abbiamo terminato con un Sorbetto al latte di mandorla, infuso al rosmarino e succo di limone.
I vini abbinati ai miei piatti: un banale Berlucchi ’61, Angiolino Maule, Clarendelle 2012, Moscato D’Asti Bricco Quaglia.
Ad essere sincera, non sono rimasta particolarmente impressionata dai piatti e dai vini, eccezion fatta per i Ravioli ripieni di olio, da far esplodere in bocca, davvero notevoli e creativi.
Avrei da dire la mia anche sul servizio: troppo formale e declinato in una mera recitazione dei piatti.
Ma forse non ci capisco nulla io.
Ultima nota dolente: mi sono resa conto solo oggi, guardando lo scontrino per riportare i prezzi, che mi è stato fatta pagare la degustazione di vini per 2, quando in realtà l’abbia scelta e fatta effettivamente solo io.
Ma purtroppo, ripeto, non me ne sono accorta lì per lì.
I prezzi? Per 5 tappe 50 euro, per 7 70 e per 9 90 euro. I vini abbinati li ho pagati 40 euro (+ altri 40 per mio marito che non li ha ordinati, né di fatto bevuti).