Sono tornata! (Sa di minaccia?) 🙂
Sono rientrata dopo 8 giorni al paesello in Basilicata, in cui ho dovuto arrendermi di fronte all’amara evidenza che la mia terra di origine è bellissima e tutta da scoprire, quanto impervia da percorrere, e che un rilancio della Regione e del turismo riguarda ahimè ancora solo alcune zone e deve diventare un imperativo morale delle amministrazioni.
Ma andiamo con ordine.
Io provengo da un paesino di nome Senise, in provincia di Potenza, che è stata la mia base la scorsa settimana.
Tra i suoi vicoli, anzi “strittul”, dove un tempo era possibile veder passare un ciuco con il suo anziano padrone, le vecchine vestite a lutto sedute sui “pisul”, i bambini giocare a campana, sono cresciuta ribelle e con la voglia di riscatto.
Devi sapere, infatti, che tornare a casa mi rende bipolare: alterno momenti di tenerezza e stupore rispetto ad alcune situazioni, luoghi e ricordi a momenti di rabbia in cui mi sento fortunata ad essere emigrata.
Perché è questo che sono stata negli ultimi 18 anni: nient’altro che un’emigrata che ha deciso di prendere la decisione, da tutti contestata, di studiare Comunicazione e di non dover dire grazie a nessuno per alcun obiettivo raggiunto, né scendere a compromessi di alcun tipo.
Ed eccomi qui, ad aver trovato a Firenze e in Toscana la casa per la mia passione: scrivere. Laddove nessun altro posto, per le più svariate congiunzioni astrali,me lo avrebbe permesso.
Mai avrei pensato di parlare senza mezzi termini e filtri della mia terra di origine, ma la politica del blog è chiara e allora via con il racconto…
Senise è esattamente a 40′ dal mare e a 40′ dalla montagna.
Matera, una delle poche località della Basilicata conosciute ai più, oltre a Maratea, ma anche Potenza, ne sono ben distanti e non mi dilungherò a parlartene: nel web troverai un sacco di informazioni a riguardo e il blog non ha una finalità meramente turistica.
Il luogo di mare più vicino a Senise è Policoro, antico centro della Magna Grecia (interessanti da visitare a Bernalda le Tavole Palatine, resti di un tempio dorico del VI secolo a.C. dedicato a Hera), il cui porto turistico è stato oggetto di una recente opera di ristrutturazione che oggi ha il nome di Marinagri, resort di lusso diventato meta di molti matrimoni anche di vip (vedi Santamaria, originario di Senise, e Francesca Barra).
Personalmente, per quanto riguarda il mare, da amante e abitudinaria dei sassi, mi sono sempre spinta oltre Policoro.
Ho trascorso le mie estati fino ai 18 anni a Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, noto per il suo castello a picco sul mare, e ancora oggi mi piace tornare sulla costa da Rocca Imperiale in poi.
Gli stabilimenti sono piuttosto rudimentali, ma non sono caotici, i lettini ben distanziati, il mare pulito e prezzi che non pensavo potessero ancora esistere.
Se cerchi stabilimenti attrezzati e paronami completamente diversi puoi sempre andare sul Tirreno, da Praia a Mare e Maratea in poi, ma arrivare è ancora un’impresa: immagina una bella oretta di curve a gomito tra i monti e lo sguardo fisso alla strada per evitare di vomitare!
Devo ammettere però che il panorama e le spiagge con le sue grotte e il mare cristallino, soprattutto nel caso di Maratea, sono impagabili. E dopo il tramonto puoi fare un aperitivo al Porto o salire al Cristo.
Piccolo consiglio: se vai a Maratea non fermarti ai primi lidi, come abbiamo fatto noi che ci siamo fermati al Lido convenzionato con il noto hotel Pianeta, caotico e lontano dal mare, ma prosegui verso lidi meno battuti.
Tuttavia, la parte che mi ha colpito di più (forse perché la conoscevo poco) è la montagna.
Per raggiungere il Pollino da casa mia è possibile percorrere la Val Sarmento, superando San Costantino Albanese, nota per l’antico insediamento di popolazioni albanesi che la rende bilingue, oppure Valle Frida, proseguendo per San Severino Lucano.
Proseguendo lungo San Costantino Albanese, una delle prime località che incontrerai è Acquafredda, dal nome della fonte che ospita, da cui si diramano i sentieri per gli escursionisti, come quello che conduce a Pietrasasso, lungo la via dei Briganti.
Il versante che mi ha più colpita è quello oltre San Severino Lucano.
Qui ho avuto il piacere di scoprire un’installazione di arte contemporanea molto suggestiva: la giostra dell’artista tedesco Carstner Holler, che procede ad una velocità ridottissima per permettere di godere e riflettere del panorama a oltre 1000 metri di altitudine.
Io ci sono capitata al tramonto e sono rimasta a bocca aperta! :O
Proseguendo oltre San Severino Lucano, in direzione Terranova del Pollino, si arriva al Rifugio del Pino Loricato, dove si trova anche il Santuario della Madonna del Pollino.
Anche qui la strada per arrivare è tortuosa e nel bel mezzo del bosco, tanto che in giornate di sole, quest’ultimo è coperto dagli alberi che fanno ombra al percorso.
Lungo la strada trovi tantissime fragoline di bosco, more e lamponi da raccogliere, ma anche animali come cavalli e mucche al pascolo.
Arrivare al rifugio vale davvero la pena per la vista spettacolare di cui si può godere: puoi vedere persino il mare!
E la temperatura: 16°. Wow!
Sarebbe stato bello salire in vetta al Pollino, dove si trova la specie protetta del Pino Loricato, presente in Italia solo sul Pollino, ma la mia prestanza fisica, pari a quella di un’ottantenne, e il mio guardaroba, a fatto di sandali fru fru, non me lo hanno permesso. :’)
Se sei un amante delle alture, vale la pena raggiungere Castelmezzano e Pietrapertosa, i borghi più alti della Basilicata e riconosciuti tra i più belli d’Italia, nel Parco delle Dolomiti Lucane, per l’ormai famoso Volo dell’Angelo, che farai legato ad un cavo sospeso nel vuoto ad oltre 1000 metri d’altezza e raggiungendo fino a 120 km/h.
Io devo ancora convincermi a farlo! :’)
Per una gita “culturale” oltre a Matera, ti consiglio di raggiungere Craco, il cosiddetto paese fantasma, in quanto abbandonato dagli anni ’60, in provincia di Matera.
Oggi è possibile fare una visita guidata anche in alcune zone del centro storico del borgo armati di elmetto.
E poi vogliamo parlare del mio paesello? Senise ha tante potenzialità per diventare a tutti gli effetti il borgo che merita da anni.
Se solo fossero investiti fondi per il restauro del centro storico e nelle infrastrutture regionali (raggiungere Senise ancora con il “postale” nel 2018 mi sembra ai limiti del ridicolo!).
Si, se solo… Se solo non ci fosse una certa mentalità riguardo a certe cose, forse non sarei andata via. Forse avrei creato un’attività a partire dalla terra della mia famiglia, ma non avevo neppure io all’epoca l’attaccamento alla terra e la mentalità che ho ora e non ne comprendevo l’importanza. O forse avrei comunque fatto le mie scelte. Chissà!
Il centro storico è un labirinto di caratteristici vicoletti, assolutamente pedonali, e comprende il Castello medievale e la Chiesa di San Francesco, da poco restaurata. Da vedere, soprattutto se sei un fanatico della fotografia, la diga di Monte Cotugno, la più grande d’Europa in terra battuta.
Senise è particolarmente viva nel mese di agosto per via dei festeggiamenti in occasione del Santo Patrono San Rocco e per eventi collaterali come lo Strittul ru Zafaran.
Devo dire che quest’anno l’amministrazione si è davvero superata!
E non dimenticare il panino con la salsiccia e i sott’olii dei mega barattoli con Peroncino annesso (necessario per evitare soffocamento da pane spugnoso): 3,50 euro di felicità!
In Toscana con questi prezzi farebbe i miliardi! 🙂
E a proposito di mangiare e bere, ti starai chiedendo se ho indirizzi da consigliarti.
Ebbene la ristorazione e la nightlife non sono il forte delle mie zone, eccetto pochissime mosche bianche, e la migliore chef rimane sempre mia mamma! 🙂
Posso però indicarti i prodotti e i piatti da non perdere assolutamente: in estate il peperone è il re della tavola.
Attenzione: al momento l’unico peperone ad avere ottenuto la denominazione IGP è quello di Senise.
Lo prepariamo in mille modi: arrostito e sfilettato, ripieno, in caponata, nella frittata ed essiccato e fritto.
E voilà: il tanto citato dagli chef peperone crusco, o meglio zafaran crusc!
Ne ho fatto scorta per i miei aperitivi casalinghi o per utilizzarlo in qualche piatto (ho scoperto che sta bene persino con il pesce!).
Altro prodotto principe della tavola in estate è la melanzana striata, preparata ripiena, nelle polpette, in caponata, con la pasta, etc, etc.
Troverai sempre la “chiddur“, una sorta di ciambella di pane da riempire con i peperoni o con la frittata (e se proprio vuoi fare una cafonata svuoti un pane di grano duro dalla mollica, che già di per sé è una poesia, e ci metti dentro tutto questo ben di Dio!), la soppressata, tipico salame dalla forma appiattita che non ha niente a che vedere con la soprassata toscana, la pasta fresca come i “frizzul“, fusilli di semola, conditi con ragù o mollica di pane soffritta e peperone, per finire a dolci come la “pitticedd“, Pan di Spagna ricoperto di glassa di zucchero.
Ci sarebbero tante altre cose da dire sulla mia zona: un giro a Valsinni alla scoperta della poetessa Isabella Morra (che poi il poeta lo abbiamo pure a Senise, ma ovviamente sono più bravi quelli degli altri!), ai sassi di Matera, un wine tour in Vulture, alla scoperta del vero ed inimitabile Aglianico, ad Aliano sulle orme di Carlo Levi, etc. etc.
I miei compaesani senz’altro me ne vorranno per non averne parlato, ma ho preferito parlarti di luoghi di cui ho avuto recente e diretta esperienza, come del resto faccio anche per Firenze e dintorni.
Insomma, se vuoi fare una vacanza diversa dalle altre in Italia, scoprendo vere e proprie chicche, riscoprendo il valore del tempo e della riflessione, respirando aria buona, mangiando cose genuine, godendo di un’accoglienza unica, la Basilicata è il luogo giusto per te.
Ormai è di moda anche il Coast to Coast suggerito dal film Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo.
Se lo vedi, anzi, se la vedi, non riuscirai più a smettere di canticchiare “Ba ba Basilicata, ba ba Basilicata
Tu che ne sai, l’hai vista mai Basilicata is on my mind“. 😉
tutto chiaro e vero.complimenti!
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Grazie mille Domenico! 😊
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