Devo essere sincera, altrimenti non rimarrei fedele ad un blog che si promette di essere “senza filtri” e fuori dai soliti schemi: ero stata da Johnny Bruschetta in via De’ Macci subito dopo l’inaugurazione e devo dire che il cibo non mi aveva entusiasmato.
Tuttavia, ho deciso di eliminare il pregiudizio, anche perché l’esperienza mi insegna che alcuni ristoranti aperti da poco hanno sempre bisogno un po’ di rodarsi, e dargli un’altra chance all’interno del nuovo spazio di cui ti ho parlato la scorsa settimana.
Come ti dicevo, infatti, Johnny Bruschetta è stato accolto all’interno del Parco dell’Albereta, precisamente dove si trova il bar del parco Al Bar.
Forse sono l’unica residente a Firenze che non era ancora stata all’Albereta (sono abitudinaria del parco dall’altra parte dell’Arno)!
Al Bar si trova subito dopo l’ingresso del parco. La location mi è piaciuta molto: fa tanto chioschino sul mare e invece ti trovi sull’Arno!
Nonostante il caldo torrido e il sole ancora alto, si respirava una piacevole arietta.
Siamo stati serviti da un ragazzo simpaticissimo che ci ha portato subito il menu.
Quest’ultimo è composto da insalate, fritti, carpacci, taglieri di salumi e formaggi o vegetariani e, naturalmente, dalle bruschette, per cui il ristorante è famoso.
Mi piace il fatto che si possano ordinare singolarmente o in un tagliere da 80 cm con 2 gusti, 120 cm con 3 gusti o 200 cm con 5 gusti, l’ideale se sei in gruppo.
Noi eravamo in due e abbiamo ordinato “solo” un tagliere da 120 cm con 3 gusti, quali Chianciano, con melanzane grigliate, ricotta salata, pomodorini confit, peperoncino, menta, Montalcino, con squacquerone di Romagna, battuto di pomodori secchi e capperi di Salina, radicchio rosso trevigiano e basilico, Giannutri con marlin affumicato, rucola, pepe rosa e olio al lime.
Da bere abbiamo ordinato un vino bianco della casa, un IGT Pasolini Dall’Onda di Barberino Val D’Elsa e una Weizen beer artigianale, prodotta a Vinci.
Il pane per le bruschette mi è sembrato più buono rispetto a quello mangiato in via De’ Macci (magari è sempre lo stesso, ma a me quello di ieri è piaciuto di più!) ed anche i condimenti erano buoni ma… Pochi e mal bilanciati!
Se ordino una bruschetta con tutti quegli ingredienti, mi aspetto che sia ricca e invece a far volume erano più che altro rucola o trevigiano. Al primo assaggio della Giannutri, con il marlin affumicato, ho pensato: ok è pesce e il risultato è volutamente delicato.
Ma, quando ho provato la Montalcino, lo squacquerone era un velo e pochissimi i pomodori secchi e i capperi che avrebbero aiutato a dare sapore alla bruschetta.
Di fatto, la bruschetta che mi è piaciuta di più è stata la Chianciano: la ricotta salata ed il peperoncino riuscivano a darle carattere.
Nel complesso gli ingredienti sono buoni, ma, a mio modesto avviso, andrebbero “caricati” di più o comunque combinati in modo più equilibrato.
Il prezzo per due persone è stato 43 euro, non pochi se si pensa che parliamo pur sempre di bruschette. Probabilmente ha influito anche il costo della birra artigianale a 12 euro che però ho gradito molto.
In ogni caso, rimango dell’idea che sia un luogo piacevolissimo per cenare fuori senza troppe formalità e lontano dalla ressa degli altri spazi estivi collocati sull’altra sponda dell’Arno.
Di fronte al ristorante è stato allestito anche un palco per la musica dal vivo.
Dopo cena siamo tornati a La Via del gelato, la nuova gelateria in via Orsini, dove abbiamo preso un libidinoso stecco alla panna ricoperto di cioccolato fondente, granella di nocciola e cereali: altro che Magnum! 😛